La maggior parte dei robot che vengono utilizzati all’interno degli stabilimenti produttivi delle aziende, quando deve interagire con gli oggetti in movimento, fa affidamento alla computer vision. Di cosa si tratta? Sostanzialmente, di svariati processi che, partendo da immagini bidimensionali nel formato 2D, riescono a creare un modello tridimensionale (3D) che non si discosta più di tanto dal mondo reale. In linea di massima, ad essere riprodotta è la vista umana.
La ricerca del MIT sul connubio robot-tecnologia RFID
Tuttavia, una ricerca condotta dal MIT (Massachussets Institute of Technology) mette in evidenza come l’interazione con gli oggetti in movimento risulterebbe non solo maggiormente efficiente, ma addirittura estremamente più precisa se i robot adottassero una rivoluzionaria tecnologia RFID.
Nello specifico, i ricercatori del MIT Media Lab, coadiuvati dai tecnici del Signal Kinetics Research Group, sono stati protagonisti della realizzazione di un sistema davvero all’avanguardia, denominato TurboTrack, la cui mission centrale consiste nel permettere ai robot di localizzare oggetti di ogni tipologia in un lasso di tempo davvero record: appena 7,5 millisecondi. Anche in termini di precisione, il risultato è a dir poco straordinario, dato che il margine di errore risulterebbe inferiore ad 1 centimetro. Mai visto nulla del genere.
La tecnologia adottata da TurboTrack è di tipo wireless e la sua logica di funzionamento ruota tutta attorno ad uno specifico lettore, deputato all’invio di un segnale wireless direttamente alle etichette RFID. Queste vengono a loro volta collocate sui manufatti e, anche se risultassero in movimento, la loro visualizzazione e la loro interazione sarebbe sempre e comunque affidabilissima. Il motivo? Grazie ad un determinato algoritmo viene rielaborato il feedback di natura wireless e la localizzazione si conferma precisa ai massimi livelli.
Quali vantaggi apporta l’RFID?
I punti di forza dell’RFID stanno nel fatto che i robot sono sempre più intelligenti. I vantaggi si rivelano palesi a livello di performance, specie nei luoghi affollati. Come sottolinea infatti Fadel Adib, fondatore e direttore del Signal Kinetics Research Group nonché professione presso il MIT Media Lab, il ricorso a segnali a radio frequenza, in sostituzione della computer vision, permette ai robot di portare a termini compiti infattibili per i comuni mortali. Il bello è che è i costi del passaggio dalla computer vision all’RFID sono decisamente contenuti.
I dettagli dell’esperimento condotto dai ricercatori del MIT e dai tecnici del Signal Kinetics Research Group
Il gruppo di ricerca si è occupato di attaccare ad un tappo ed ad una bottiglia un’etichetta RFID. Il tappo veniva dapprima localizzato da un braccio robotico che subito lo afferrava, per poi collegarla su una bottiglia che era saldamente tenuta da un secondo braccio. Questo il primo test. Nel secondo, invece, ad essere monitorati erano i movimenti dei cosiddetti nano-droni con tecnologia RFID. I ricercatori sono stati in grado di tracciare di fatto tracciati tutti i singoli spostamenti nella fase di attracco, durante la manovra e nel corso del volo. Risultato? I bracci robotici sarebbero in grado di gestire alla perfezione ed in maniera simultanea svariate attività. Questo anche in contesti di natura complessa e senza l’effettiva necessità di vedere.
Conclusioni
Il ricorso alla tecnologia RFID non può essere affatto considerato come una novità assoluta. Nonostante ciò, occorre sottolineare come i risultati raggiunti con il sistema TurboTrack, in quanto a velocità, precisione e localizzazione, si siano rivelati a dir poco sbalorditivi. Mai erano stati toccati picchi così elevati nel corso degli esperimenti passati in materia di localizzazione dei segnali in radio-frequenza.
Foto di copertina di Franck V. su Unsplash