L’IoT aiuta il programma rifugiati dell’ONU

Negli ultimi anni, le soluzioni IoT sono state adottate in diversi settori per monitorare e raccogliere dati, ma non tutti sanno che anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha deciso di creare un programma per monitorare i volumi e la qualità dell’acqua fornita a due siti che ospitano migliaia di rifugiati. L’obiettivo del progetto dell’UNHCR è quello di migliorare e rendere più efficienti gli approvvigionamenti per i campi profughi di tutto il mondo, vediamo insieme come funziona il programma rifugiati dell’Onu con l’implementazione dell’IoT.

Il programma di tracciamento delle acque nei campi profughi

Il programma pilota dell’UNHCR è partito circa un anno fa nei campi profughi dell’Uganda e dell’Iraq e visti i risultati positivi, ben presto tale sistema sarà applicato anche ad altri campi in giro per il mondo, come quelli del Kenya, della Tanzania e del Bangladesh. Il sistema basato sull’IoT ha il compito di misurare i volumi di acqua forniti ai campi profughi e allo stesso tempo di valutarne la qualità, per la raccolta di questi dati sensibili, l’Agenzia per i rifugiati, si è avvalsa di reti LoRaWAN wireless della società Kerlink. Presso i siti in Uganda e in Iraq, la società francese IoT Green City Zen, ha selezionato i sensori per la raccolta dei dati che sono quelli di Tekelec di Oracle e ha creato un sistema di integrazione tra il software di dati IoT e quello dell’UNCHR, così da avere una mappatura completa e globale di tutti i dati relativi alla quantità e alla qualità dell’acqua. I gateway LoRaWAN Wirnet Station di Kerlink sono stati installati in entrambi i siti in prossimità dei serbatoi per la raccolta dell’acqua dei campi profughi, mentre i sensori sono stati montati in maniera tale da poter rilevare il minimo cambiamento dei livelli di acqua contenuti nel serbatoio di raccolta. Per completare il monitoraggio dei dati relativo alla quantità dell’acqua, l’unità di trasmissione è stata collocata, sulla superficie dell’acqua, così da garantire una trasmissione a lunga distanza.

I controlli delle consegne di acqua

Per consentire una raccolta dei dati precisa e puntuale, nel campo profughi dell’Uganda vengono registrate tutte le consegne di acqua, circa 630 camion il giorno, per verificare se vi è corrispondenza tra quello che dichiara il subappaltatore e la quantità di acqua effettivamente consegnata. Per verificare tale dato vi è un sensore all’interno del serbatoio che monitora l’aumento del livello dell’acqua, mentre un altro sensore si occupa di verificare la presenza di sostanze contaminanti.
I dati raccolti vengono inviati a un software che rileva le discrepanze relative agli approvvigionamenti di acqua, così da poter avvertire i funzionari e agire nei confronti del subappaltatore. Il sensore che è predisposto alla raccolta dei dati relativi alla qualità dell’acqua è fondamentale per individuare sostanze chimiche e batteri all’interno del serbatoio, così da intervenire prontamente per la sanificazione e la depurazione.

Gli obiettivi del programma rifugiati dell’ONU

Il programma integrato con l’IoT, promosso dall’ONU, nei campi profughi dell’Iraq e dell’Uganda è importantissimo per valutare la salubrità dell’acqua, così da consentirne l’uso all’interno di questi campi. Questi campi sono situati in zone remote e lontane dai centri abitati, quindi le condizioni igienico-sanitarie sono già precarie e al limite della sopravvivenza, non garantire un approvvigionamento d’acqua pulita, significherebbe contribuire alla diffusione di epidemie, per questo il progetto pilota dell’UNCHR potrebbe essere applicato in tutti i campi profughi, per scongiurare tali problematiche e garantire a queste persone un ambiente sano e controllato.

Gabriele Barbesta

Da anni si occupa di tecnologie RFID, con particolare interesse per l'NFC e le sue applicazioni nel mondo sia business che consumer.

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